lunedì 28 novembre 2011

domenica 23 ottobre 2011

Reiki

Domenica 16 ottobre ho avuto il dono dalla mia Reiki Master del primo livello di Reiki. E' stata una esperienza toccante e molto profonda che rappresenta solo un inizio: tramite la pratica del dare e ricevere questa "energia" si ha non solo un beneficio psico-fisico ma un aiuto a quell'evoluzione spirituale di cui tutti noi nel profondo, abbiamo bisogno. Proprio da questa esperienza del dare e ricevere ho già avuto alcuni segnali di "apertura". C'è poco di teorico in questo fantastico mondo, è tutta ESPERIENZA e l'emozione ad ogni trattamento o autotrattamento è sempre nuova e profonda! E' come risvegliarsi ulteriormente dal quel sonno che offusca il nostro cuore e libera la mente dall'incessante pensiero convulsivo e inconsapevole. Si viaggia ogni giorno verso nuovi livelli di consapevolezza...ma in modo morbido e naturale, con il sorriso le mani e soprattutto un grande cuore! Grazie Flavia per il dono che mi hai dato. Satyam
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Da wikipedia: l Reiki, secondo i suoi sostenitori, è una pratica spirituale usata come forma terapeutica alternativa per il trattamento di malanni fisici, emozionali e mentali. Secondo la tradizione fu Mikao Usui, nato in Giappone nel 1865, a sviluppare la pratica del Reiki affermando di avere ricevuto l'abilità di curare dopo tre settimane di digiuno e meditazione sul Monte Kurama. I praticanti di Reiki usano infatti un tecnica analoga alla "imposizione delle mani", che, affermano, canalizza le energie terapeutiche (ki). Gli insegnamenti del Reiki affermano che c'è una energia vitale universale, (Rei)[ accessibile ai praticanti per indurre effetti curativi. Viene affermato dai praticanti di Reiki che ognuno di noi può acquisire la capacità di accedere a questa energia (iniziazione). Tutti, in pratica, possono essere iniziati al Reiki. La credenza di base è che l'energia scorrerà attraverso le mani del praticante. Alcuni insegnanti sottolineano l'importanza dell'intenzione (di sanare le ferite) del praticante in questo processo mentre altri affermano che l'energia è estratta dalla ferita del ricevente al fine di attivare il processo di guarigione. Andando oltre, la credenza fondamentale vuole che il Reiki sia un'energia intelligente che rende la diagnosi di un male non necessaria. Un secondo livello di insegnamento Reiki, che include un'ulteriore iniziazione, serve ad equipaggiare il praticante dei mezzi per "curare" a distanza. Questo metodo, dichiarano i sostenitori del Reiki, prevede l'uso di speciali simboli per creare una connessione temporanea tra il praticante ed il ricevente, a prescindere dalla ubicazione dei due soggetti, al fine di inviare l'energia Reiki. Si afferma inoltre che il Reiki non è vincolato a uno specifico punto nel tempo, ma può essere inviato nel passato o nel futuro. L'energia impiegata nelle terapie Reiki si dice discenda dall'Universo piuttosto che da energia personale del praticante e per questo è inesauribile (alcuni insegnamenti affermano che l'energia entrerebbe nel praticante attraverso un chakra per poi defluire attraverso le mani). Come conseguenza di questo, viene insegnato ai praticanti il Reiki che essi possono curare se stessi attraverso il Reiki. Il Reiki è altresì usato dai praticanti come medicina preventiva poiché, si afferma, l'energia stimola la cura prima ancora che ci sia un evidente sintomo del male. Altra conseguenza della semplicità del Reiki è che esso può essere insegnato ai bambini. Alcuni insegnanti affermano che, in taluni livelli, se il ricevente non vuole essere curato, l'energia non scorrerà. Gli aderenti descrivono il Reiki come una terapia olistica che cura malesseri fisici, mentali, emozionali e spirituali. Si afferma poi che la guarigione può interessare parte o tutti questi aspetti in un singolo trattamento senza alcuna necessità conscia di direzionare l'energia sia da parte del praticante sia da parte del ricevente. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

giovedì 15 settembre 2011

Testamento

Chi scriverebbe mai un testamento a 40 anni e descriverebbe il suo funerale? Io! La morte non è la fine...è molto di più, è il culmine della vita, ma solo se la vita è stata VISSUTA. Non vorrei mai un funerale di quelli "classici"...MAI in chiesa perchè NON sono cattolico nè cristiano anche se amo profondamente Gesù. Niente sociètà di pompe funebri, niente assurdi fiori recisi... Vorrei fossero presenti (se non hanno altri impegni) le persone che sono nel mio cuore e spero sia altrettanto per loro. In quella riunione vorrei fosse allietatato il clima con una bella musica allegra, oppure rilassante, possibilmente in un posto all'aperto e immerso nella natura, colmo di quelle energie misteriose che cogliamo a volte guardando la bellezza. Mi piacerebbe fosse l'occasione per parlare di qualcosa di bello avvenuto nel passato, conversando con piacere di fronte a qualcosa di buono da mangiare e da bere ( ovviamente vegan!)... Poi qualcuno potrebbe parlare a tutti esprimendo i suoi sentimenti e magari leggendo qualcosa per innalzare i cuori a tutti ed avvicinarsi al divino. Poi qualcuno potrà prendere le ceneri di quello che era il mio corpo e spargerle in un luogo bellissimo e pieno di energia in mezzo alla natura...per ricongiungersi al tutto. Queste sono le mie volontà. 15 settembre 2011 Namastè.
Alessandro Orlandi

venerdì 5 agosto 2011

La preghiera

La celebrazione è la mia preghiera: è uno spontaneo moto di tutto il corpo, tutta la mente, i sensi e l'anima... Satyam


giovedì 4 agosto 2011

Effetti delle paure sulla situazione di vita


Cosa ci perdiamo in ogni momento in cui la nostra paura affiora e ci impedisce di agire, ascoltare, pensare e soprattutto sentire, essere presenti, consapevoli e gioire del fluire?
Da cosa nascono queste paure?
Anche l'ego ha le sue difese: se vivessimo buttandoci a capofitto nell'ignoto della vita ed accogliendo con l'accettazione quello che il presente ci propone l'ego si scioglierebbe come una medusa al sole.
L'ego è questo falso senso del se creato da migliaia di condizionamenti della mente, dall'inconsco, dall'esterno, dalla repressione delle emozioni incontrollate che dal corpo risalgono alla mente. L'ego ha un suo senso di sopravvivenza e quindi si alimenta di paura, di problemi da risolvere, quasi sempre inesistenti, di conflitti verso l'esterno, verso l'ego degli altri...
Le pauree bloccano la gioia di vivere , delle piccole cose quotidiane, la meraviglia nell'osservare il miracolo dell'esistenza in tutto ciò che ci circonda e spesso ignoriamo, perchè siamo tutti presi dalla miriade di pensieri compulsivi e soprattutto inconsapevoli.
Diciamo continuamente NO a cosa? La paura rende negativa la nostra sistuazione di vita:
alcuni esempi?
è non sdraiarsi a mirar le stelle
evitare il bagno quando l'acqua è fredda
non passare quella porta: cosa c'è?
non seguire il cuore anche se sai che è giusto...
lottare solo per comodità e soldi
non decidere della tua vita, ma far decidere ad altri
seminare sguardi vuoti per non sprecare tempo
blindarsi dietro paraventi di costruzioni astruse della mente
io non sono adatto a questo!
Non ce la posso fare!
Non sono degno di tale riconoscimenti!
Non potrò mai sopportare...
Nessuno mi vuole: ma tu vuoi qualcuno?
Nessuno mi ama: ma tu ami qualcuno?
Fuggire dall'incomrensibile e rintanarsi nelle comode credenze...
Tu non sei come io pensavo!! Ti sei rivelato molto peggio e mi hai deluso!! Non sei più mio amico!

domenica 31 luglio 2011

Amare




Il nuoto si conosce solo nuotando, l'amore si conosce solo amando, la preghiera si conosce solo pregando. Non esiste altro modo. Le cose che si possono conoscere senza immergervisi sono futili, cose intellettuali: filosofie, dogmi, credenze; ma tutto ciò che è reale deve essere vissuto, tutto ciò che è esistenziale dev'essere penetrato ed occorre rischiare. Si deve avere coraggio , si deve osare e osare molto, perchè quando ami qualcuno inizi a perdere te stesso. Amare qualcuno significa perdere l'ego, amare significa perdersi, amare significa darsi ad un altra persona, darle potere; amare significa essere posseduti. Amare significa arrendersi.
Osho da "Abc del risveglio" Mondadori

venerdì 29 luglio 2011

MedMob Incontro internazionale di Meditazione Genova e altre 108 città nel mondo 28 luglio 2011




Credo sia iniziato qualcosa che va oltre le nostre aspettative, oltre i nostri pensieri e quello che possiamo pensare o programmare. L'unione dei cuori porta una vibrazione superiore e questa vibrazione energetica è contagiosa, quindi tutto il mondo la deve conoscere...Cominciamo così a lavorare per questa umanità.


è stata una bellissima esperienza, Grazie a tutti!!

giovedì 21 luglio 2011

Religioni

Le religioni sono solo false credenze, quando hai smesso di cercare e credi è solo un'illusione. Queste pseudo religioni sono solo un velo davanti ai tuoi occhi, i tuoi sensi, il tuo sentire, il tuo cuore... L'unico modo per entrare nella religiosità della vita che io conosco è Essere Presente: Sat Chit Ananda : Consapevolezza, verità e beatitudine. L'essenza divina è un'esperienza. Quando ne fai parte sei amore ed il se non è più, l'ego si scioglie nell'amore divino. Satyam

sabato 16 luglio 2011

Libertà


è solo una parola ma se pensiamo alla nostra vita... quante cose ci vengono in mente!
Osho in un famoso discorso diceva "libertà da cosa e libertà per che cosa" facendo intendere che una volta "conquistata" questa grande condizione il nostro Essere deve trovarsi pronto a sfruttare questa occasione al massimo con la creatività.
Noi pensiamo di essere liberi ma in realtà siamo schiavi di uno schema di vita dettato dalla nostra mente e soprattutto dalla mente collettiva: la società, la condizione umana degli ultimi millenni. Sepolti nel nostro inconscio ci sono milioni di condizionamenti subiti che vengono fuori senza che ce ne accorgiamo.
Ma una volta raggiunta la consapevolezza o almeno un livello accettabile di essa, bisogna davvero abbandonare il mondo?
Qualcosa si , qualcosa no?
Seguire l'istinto, seguire il flusso dell'esistenza ed i suoi segni?...
Spesso ho l'impulso a lasciare soprattutto quello che ritengo poco utile alla mia crescita e quindi alla crescita comune...oggetti e situazioni a cui siamo attaccati ma che il loro distacco creerebbe forse la base della libertà. Allora qualcosa dobbiamo lasciare? Non possiamo continuare a vivere dentro gli schemi del lavoro tutto il giorno per pagare il mutuo e tirare avanti, pagare una buona scuola Forse inutile) ai miei figli, ecc ecc...tutte le cose che facciamo tutti i giorni come robot senza sendercene conto e soprattutto essendo quasi completamente inconsapevoli e solo distrattamente guardando ogni tanto dei meravigliosi eventi di bellezza che l'esistenza ci ripropone.
Intendo dire che siamo CONCENTRATI sulle cose meno importanti e forse che appaiono più URGENTI alla mente mentre non vediamo il nostro CENTRO attraverso cui la bellezza e la gioia della vita sarebbero gratificanti di se stesse, senza fine, senza scopo!
Quindi è necessario un distacco? scappare da tutta questa vita da robot? Cosa devo fare? Scappare dove? Esiste un posto specifico o va bene qualsiasi luogo basta che IO SONO sia collegato al mio centro?
Da ragazzo non so in che libro lessi che libertà significa anche non avere nulla, non possedere nulla: in effetti togliendo questi attaccamenti già ci sentiremmo tutti più leggeri? Per fare ciò è necessario organizzare uno stile di vita diverso da quello odierno, più sganciato dalla ricerca del profitto, dei soldi, dell'accumulo e soprattutto più sganciato dall' ego.
Potessi essre ora di fronte ad un Maestro Zen che mi impone un koan per svegliare con un Satori il mio Essere! Accoglierei le sue bastonate come una benedizione, tanto la vita stessa vissuta inconsapevolmente quante bastonate ci da al giorno?
Satyam Alex Orlandi

giovedì 14 luglio 2011

Il senso del sè e il possesso



Uno dei presupposti dettati dall'inconsapevolezza è che, identificandosi con un oggetto attraverso l'inganno della proprietà, l'apparente solidità e permanenza di quell'oggetto materiale fornirà anche il vostro senso di sé di una maggiore solidità e permanenza. Ciò si riferisce in particolar modo alle case e ancor di più alla terra, proprio perchè credete che sia l'unica cosa che non possa essere distrutta. L'assurdità di possedere qualchecosa diventa ancora più evidente nel caso della terra. Nei giorni della colonizzazione dei bianchi , i nativi del nord america trovavano la proprietà della terra un concetto incomprensibile. Fu così che l'hanno persa quando gli europei fecero firmare loro pezzi di carta che erano altrettanto incomprensibili. Essi sentivano di appartenere alla terra ma che la terra non apparteneva a loro.
L'ego tende ad equiparare l'avere con l'Essere: io ho, dunque sono. E più ho, più sono. L'ego vive attraverso il paragone. Il modo in cui vi vedono gli altri diventa il modo in cui vedete voi stessi. Se ognuno vivesse in una palazzo e fosse ricco, il vostro palazzo e la vostra ricchezza non vi servirebbero ad accrescere il vostro senso del sé. In quel caso vi potreste trasferire in una semplice capanna, dare via la vostra ricchezza e riconquistare la vostra identità considerandovi e venendo considerati più spirituali degli altri. Come siete visti dagli altri diventa lo specchio che vi dice come siete e chi siete. La percezione che l'ego ha della propria importanza è, nella maggioranza dei casi, legata all'importanza che avete agli occhi degli altri. Avete bisogno degli altri per avere un senso del sé e se vivete in una cultura che lo fa equivalere in gran misura con quanto e cosa possedete, se non riuscite a leggere attraverso questa illusione collettiva, sarete condannati a rincorrere il possesso delle cose per il resto della vostra vita nella vana speranza di trovare in esse il valore e la pienezza del vostro senso del sé.
Eckhart Tolle da “Un nuovo mondo” Oscar Editori

domenica 3 luglio 2011

Flash mob: fermiamo il mondo e il tempo !

Abbiamo un'occasione stupenda per fermare il mondo, fermare il tempo.
Buttarci dietro tutto lo stress dei condizionamenti che abbiamo assorbito dalla società, dalle altre persone ora, in questa vita e nel tempo come retaggio umano in milenni.
Fermiamo il tempo per anche poco: basta un' ora, anche mezz'ora.
Cerchiamo un posto, un luogo, uno spazio fisico ove riunirci: tutti trasversalmente di ogni credo , religione o non credo, non importa: solo esseri umani che reclamano una vita da esseri umani!
Flash med, deriva da flash mob:
sedudi in una piazza, un prato, guardando solo se stessi... tutti insieme!
L'energia che si crea è immensa perchè noi siamo produttori di grande energia ma non ne siamo consapevoli.
rendiamo grazie alla madre terra rendendogli l'energia che ci dona ogni giorno...semplicemente insieme con il nostro silenzio.
In tutto il mondo
GIOVEDI 28 LUGLIO ORE 18.00 - 19

anche a Genova : PIAZZA DE FERRARI
https://www.facebook.com/event.php?eid=216074828434696
http://www.medmob.org/


venerdì 1 luglio 2011

La risata




La risata fa affiorare energie latenti nella tua fonte interiore. L’energia inizia a scorrere, segue la risata come un’ombra. Ci hai fatto caso? Quando ridi di gusto, in quei brevi istanti sei in uno stato di profonda meditazione. Il pensiero si arresta. È impossibile ridere e pensare allo stesso tempo. Sono cose diametralmente opposte: puoi o ridere o pensare! Se ridi di gusto, il pensiero si arresta, se ancora pensi, la risata sarà di circostanza, sarà un po’ fredda. Sarà una risata monca.

Quando ridi di gusto, all’improvviso, la mente scompare. A mio avviso, la danza e la risata sono le porte migliori, le più facili e naturali. Se danzi realmente, il pensiero si arresta. Tu prosegui, continui a girare e a girare , e diventi un mulinello… tutti i limiti, tutte le separazioni scompaiono. Non sai neppure dove finisce il tuo corpo e dove abbia inizio l’esistenza. Ti fondi nell’esistenza, e l’esistenza si fonde in te: i confini si sovrappongono gli uni agli altri. E se danzi veramente, senza sforzarti, ma lasciando che la danza ti guidi, ti possegga, se vieni posseduto dalla danza, il pensiero si arresta.

La stessa cosa accade con la risata. Se sei posseduto dalla risata, il pensiero si arresta.

La risata può essere una splendida introduzione a uno stato di non pensiero.

Brani tratti da: "Meditazione: la prima e ultima libertà", Osho, ed. Mediterranee

martedì 14 giugno 2011

martedì 7 giugno 2011

Non perdetevi questo evento : Osho Festival of Joy





Osho The Festival of Joy
7 giorni dal 7 al 13 Giugno

I sette giorni del Festival li abbiamo dedicati ognuno
ad uno stato dell'Essere

Martedi 7 : Il giorno della Gioia
Mercoledi 8 : Il giorno della Danza
Giovedi 9 : Il giorno del Respiro
Venerdi 10 : Il giorno del Canto
Sabato 11 : Il giorno della Fusione
Domenica 12 : Il giorno della Libertà
Lunedi 13 : Il giorno della Gratitudine

Un Festival per ritrovarci e condividere insieme nuove tecniche di meditazione, la musica con nuovi gruppi ed unire la vacanza ed il relax nello splendido camping che ci ospitera’, in pineta e sul mare.
Che dirvi altro, se non invitarvi tutti ad unirvi a noi e fare un tuffo nella meditazione e ritrovarci insieme.

Sara’ un incontro internazionale, verranno amici da tutta Europa.

Promuovete quindi, fin da ora questo imperdibile evento, vorremmo essere in tantissimi.
Potete venire quando volete e per i giorni che potete... sistemandovi in bungalow, oppure camper….roulotte….tenda o in sacco a pelo nello spazio coperto appositamente dedicato.

Nei giorni del Festival potrete partecipare liberamente a tutte le attività organizzate, avere esperienze con tante tecniche di meditazione, frequentare classi di insegnamento di danza,
flauto di bamboo, pittura creativa, ricevere sessioni di benessere psico-fisico, divertirvi alla
sera con concerti e danza e andare al mare o in piscina.


Dove:
Il Camping Paradiso di trova in pineta a 800 mt. dalla spiaggia, raggiungibile
a piedi o con il servizio navetta del camping gratuito oppure noleggiando la bicicletta.
Vi sono spazi per giochi dei bambini, piscina,negozio alimentari, bar, ristorante-pizzeria,
fontane di acqua potabile ed ampio parcheggio.

Camping Paradiso Viale dei Tigli
55049 Viareggio LU
prenotazione camping: tel. 0584 392 005
email: info@campingparadiso.com
www.campingparadisoviareggio.com

Eckhart Tolle: Il potere di Adesso



Eckhart Tolle è emerso come uno degli insegnanti spirituali più originali degli anni recenti. Il suo insegnamento non fa parte di alcuna religione o tradizione, ma nello stesso tempo non esclude nessun percorso. Il suo messaggio enfatizza l’essere nel momento. Qui intervistato da Andrew Cohen.
Andrew Cohen: Eckhart, com’è la tua vita? Ho sentito parlare di te un po’ come di un recluso che trascorre molto tempo in solitudine. È vero?Eckhart Tolle: Questo era vero in passato, prima che fosse pubblicato il mio libro Il potere di adesso.. Per molti anni sono stato un recluso. Dopo l’uscita del libro, però, la mia vita è cambiata drasticamente. Ora insegno e viaggio molto. E le persone che mi conoscevano prima dicono: “È sorprendente. Eri un eremita ed ora sei nel mezzo della società”. Tuttavia, sento che niente è cambiato dentro di me. Mi sento, esattamente, lo stesso di prima. C’è ancora un senso di pace continuo, e mi sono arreso al fatto che a livello esterno c’è stato un cambiamento totale. Così, in realtà, non è più vero che sono un eremita.Ora sono proprio l’opposto di un eremita. Può darsi che questo sia un ciclo. Può pure darsi che ad un certo punto questo finisca e che io ad essere un eremita. Al momento, però, sono arreso al fatto che sono quasi costantemente in uno stato interattivo. Ogni tanto mi prendo del tempo per stare da solo. Tra un insegnamento e l’altro, è necessario.
Andrew Cohen: Perché hai bisogno di stare da solo e cosa accade in quei momenti di solitudine?
Eckhart Tolle: Quando sono con la gente sono un maestro spirituale. Questa è la funzione, ma non è la mia identità. Dal momento che sono da solo, la mia gioia più profonda è nell’essere nessuno, nel lasciare andare la funzione dell’insegnante. È una funzione temporanea. Diciamo che incontro un gruppo di persone. Nel momento in cui se ne vanno, non sono più un maestro spirituale. Non c’è più alcun senso di un’identità esteriore. Semplicemente, entro in modo più profondo nella quiete. Il luogo che amo di più è la quiete. Non che la quiete vada perduta quando parlo o quando insegno, dato che le parole sorgono dalla quiete. Nel momento in cui le persone se ne vanno, però, quello che rimane è solo la quiete. E la amo cosi tanto.
Andrew Cohen: Potresti affermare che la preferisci?
Eckhart Tolle: Non si tratta di preferenza. Nella mia vita, ora, c’è un equilibrio, che probabilmente prima non c’era. Nel momento in cui, molti anni fa, accadde la trasformazione interiore, si sarebbe potuto dire, quasi, che l’equilibrio andò perduto. Era così appagante e così traboccante di beatitudine essere, semplicemente, che avevo perso ogni interesse nel fare o nell’interagire. Per un bel po’ d’anni mi sono perso nell’Essere. Avevo quasi completamente abbandonato il fare, solo quel tanto che bastava per tenermi in vita e perfino quello era un miracolo. Avevo perso ogni interesse nel futuro. E, poi, gradualmente, si è ristabilito un equilibrio. Non si è completamente ristabilito fino a che non ho cominciato a scrivere il libro. Il modo in cui mi sento, ora, è che nella mia vita c’è un equilibrio fra lo stare da solo e l’interagire con le persone, fra l’Essere ed il fare, mentre prima, il fare era stato abbandonato e c’era solo l’Essere. Profondamente beato, meraviglioso! Da un punto di vista esterno, però, molta gente ha pensato che fossi diventato matto o fossi squilibrato. Qualcuno ha pensato che fossi pazzo ad aver lasciato tutte le cose del mondo che avevo “raggiunto”. Non avevano capito, che io non le volevo, che non ne avevo più bisogno.Ora, l’equilibrio, è fra la solitudine e l’incontro con le persone. E va bene così. Sto piuttosto attento che l’equilibrio non vada perduto. Al momento è presente una tendenza all’aumento del fare. Le persone mi vogliono a parlare di qui o di là, ci sono richieste continue. So che, ora, devo fare attenzione, affinché non vada perso l’equilibrio e a non perdermi nel fare. Non credo che potrebbe mai accadere, ma richiede una certa dose di vigilanza.
Andrew Cohen: Cosa significherebbe perdersi nel fare?
Eckhart Tolle: In teoria significherebbe che, continuamente, viaggerei, insegnerei e sarei in contatto con la gente. Se questo accadesse, forse, ad un certo punto il flusso, la quiete, potrebbero non esserci più. Oppure potrebbero esserci sempre, non lo so. Oppure potrebbe insorgere una spossatezza fisica. Ora, però, sento che ho bisogno di tornare periodicamente alla pura quiete. E anche quando avviene l’insegnamento, lascio proprio che sorga dalla quiete. Di conseguenza l’insegnamento e la quiete sono strettamente connessi. L’insegnamento sorge dalla quiete. Dal momento in cui sono solo, però, c’è solo la quiete e questo è il mio luogo favorito.
Andrew Cohen: Quando sei da solo, passi molto tempo stando fisicamente fermo?Eckhart Tolle: Sì, a volte posso stare seduto per due ore in una stanza quasi senza alcun pensiero. Solo in completa quiete. A volte, quando vado a passeggiare, anche allora vi è una quiete completa, senza attribuire mentalmente dei nomi alle percezioni dei sensi. C’è semplicemente un senso di profonda maestosità o di meraviglia o di apertura, e questo è magnifico.
Andrew Cohen: Nel tuo libro Il potere di adesso affermi che “lo scopo definitivo del mondo non sta nel mondo, ma nella sua trascendenza”. Puoi spiegare, per favore, cosa significa?
Eckhart Tolle: Trascendere il mondo non vuol dire ritirarsi, non intraprendere più azioni o smettere di interagire con le persone. La trascendenza del mondo è agire ed interagire senza ricercare se stessi. In altre parole significa agire senza cercare di rafforzare il proprio senso di sé attraverso le proprie azioni o i propri contatti con le persone. Alla fin fine vuol dire non aver più bisogno del futuro per la propria realizzazione oppure per un senso del sé o dell’essere. Non c’è più un ricercare attraverso il fare, un ricercare, nel mondo, un senso di un sé più forte, più appagato o più grande. Quando non c’è più questo ricercare, allora puoi essere nel mondo, ma non del mondo. Non sei più alla ricerca di qualcosa con cui identificarti, là fuori.
Andrew Cohen: Intendi che uno ha rinunciato ad una relazione egocentrica e materialista con il mondo?
Eckhart Tolle: Sì, significa smettere di cercare per ottenere un senso del sé, un senso del sé più profondo o migliore. Dato che, nello stato normale di coscienza, quello che le persone cercano, attraverso le loro attività, è di essere più completamente se stesse. Il rapinatore di banche sta in qualche modo cercando questo. Pure la persona che si sta sforzando di raggiungere l’illuminazione, sta cercando questo, poiché sta cercando di ottenere, in un qualche momento nel futuro, uno stato di perfezione, una condizione di completamento, uno stato di completezza. C’è un tentativo di ottenere qualcosa attraverso le proprie attività. Stanno cercando la felicità ma fondamentalmente stanno cercando se stessi, o puoi dire Dio, in realtà è lo stesso. Stanno cercando se stessi e cercano Ia dove non potrà mai essere trovato, nel normale, non illuminato stato di coscienza, perché lo stato non illuminato di coscienza utilizza sempre la modalità del ricercare. Questo significa che essi sono del mondo - nel mondo e del mondo.
Andrew Cohen: Vuoi dire che stanno guardando avanti, nel tempo.
Eckhart Tolle: Sì. Il mondo ed il tempo sono intrinsecamente connessi. Quando cessa la ricerca del sé nel tempo, allora puoi essere nel mondo senza essere del mondo.
Andrew Cohen: Ma cosa intendi esattamente quando dici che lo scopo del mondo sta nel trascenderlo?
Eckhart Tolle: Il mondo, in qualche modo promette una realizzazione nel tempo, e c’è uno sforzarsi per quella realizzazione, nel tempo. Molte volte le persone percepiscono: “Sì, ora sono proprio arrivato”. E poi si rendono conto che non è vero, non sono ancora arrivati e quindi lo sforzo continua. Viene espresso in modo molto bello nel “A Course in Miracles” (Un corso in miracoli, Armenia, Milano, 1999.) quando si dice che il principio dell’ego è “cercare ma non trovare”. Le persone si rivolgono al futuro cercando la salvezza, ma il futuro non giunge mai.Così, in effetti, la sofferenza ha origine in questo: nel non trovare. Ed è l’inizio di un risveglio, quando si profila la realizzazione che “forse questo non è il modo. Forse non arriverò mai dove mi sto sforzando di arrivare, forse non si trova nel futuro”. Dopo essersi perduti nel mondo, improvvisamente, sotto la pressione della sofferenza, si giunge alla realizzazione che le risposte è possibile che non si trovino al di fuori, nei risultati mondani e nel futuro.Questo è, per molte persone, un punto importante da raggiungere. Questo senso di crisi profonda, nella quale il mondo ed il senso del sé che hanno conosciuto ed identificato con il mondo, perde di significato. Questo è ciò che mi accadde. Ero proprio sull’orlo del suicidio e poi successe qualcos’altro: una morte del mio senso del sé che viveva attraverso le identificazioni, le identificazioni con la mia storia, con le cose intorno a me, con il mondo.Qualcosa nacque, in quel momento, che aveva un senso di profonda ed intensa quiete e di vitalità, un senso dell’essere. Successivamente l’ho chiamata Presenza. Ho compreso, al di là delle parole, che quello è ciò che io sono. Questa comprensione, però, non era un processo mentale. Ho compreso che questa profonda quiete viva e vibrante è ciò che io sono.Anni dopo, ho compreso che potremmo chiamarla “pura coscienza”, mentre qualsiasi altra cosa è la coscienza condizionata. La mente umana è la coscienza condizionata che ha acquisito la forma del pensiero. La coscienza condizionata è l’intero mondo creato dalla mente condizionata. Tutto quanto è la nostra coscienza condizionata; persino gli oggetti lo sono. La coscienza condizionata nasce come forma e poi diventa il mondo. Così, perdersi nel condizionato, sembra necessario per gli esseri umani. Sembra parte del loro cammino perdersi nel mondo, perdersi nella mente, che è la coscienza condizionata.Poi, grazie alla sofferenza, generata dall’essersi perduti, tu trovi l’incondizionato: te stesso. E questo è il motivo per cui abbiamo bisogno del mondo per trascendere il mondo. Di conseguenza sono infinitamente grato di essermi perduto.Alla fin fine, lo scopo del mondo per te, è di perdertici dentro. Lo scopo del mondo per te è di soffrire, di creare la sofferenza che sembra essere ciò che è necessario affinché avvenga il risveglio. E poi una volta che avviene il risveglio, con quello arriva la comprensione che la sofferenza, ora, non è più necessaria. Sei giunto alla fine della sofferenza perché hai trasceso il mondo. Hai raggiunto il luogo che è libero da sofferenza.Sembra essere il cammino di tutti. Forse non è il cammino di tutti in questa vita. Sembra essere, però, un cammino universale. Credo che alla fine ci arriveranno tutti, anche senza un insegnamento spirituale o un insegnante spirituale. In questo caso, però, potrebbe prendere del tempo.
Andrew Cohen: Molto tempo…
Eckhart Tolle: Molto di più. Un maestro spirituale è li per risparmiare tempo. Il messaggio di base dell’insegnamento è che non hai bisogno ancora di altro tempo, che non hai più bisogno di nessuna sofferenza. Lo dico alle persone che vengono da me: “Dal momento che lo stai ascoltando, sei pronto a sentirtelo dire. Ci sono ancora milioni di persone là fuori che non lo ascoltano. Hanno ancora bisogno di tempo. Ma non sto parlando a loro. Tu puoi sentirti dire che non hai più bisogno di tempo e che non hai più bisogno di soffrire. Sei andato cercando nel tempo e sei andato cercando ulteriore sofferenza”. E, improvvisamente, per qualcuno, sentirsi dire che non ha più bisogno di ciò, può essere un momento di trasformazione.Quindi la bellezza dell’insegnamento spirituale è che ti fa risparmiare vite di…
Andrew Cohen: Sofferenza inutile.
Eckhart Tolle: Sì, così è bene che le persone siano perse nel mondo. Mi piace molto andare a New York ed a Los Angeles, dove sembra che le persone siano totalmente coinvolte. A New York stavo guardando fuori dalla finestra. Stavamo facendo un gruppo d’incontro vicino all’Empire State Building. E tutti per strada andavano di fretta, quasi correndo. Tutti sembravano essere in uno stato d’intensa tensione nervosa, d’ansietà. In realtà è uno stato di sofferenza, ma non viene riconosciuto come tale. E ho pensato: dov’è che stanno correndo tutti? E ovviamente tutti stanno correndo verso il futuro. Hanno bisogno di andare da qualche parte, che non è qui. È un punto nel tempo: non ora, nel poi. Stanno correndo verso un poi. Stanno soffrendo, ma neanche si rendono conto. Ma per me guardare a questo è stato gioioso. Non ho sentito di dire: “Dovrebbero rendersi conto meglio”. Sono sul loro percorso spirituale. Al momento, questo è il loro cammino spirituale, e funziona benissimo.
Andrew Cohen: Spesso la parola “illuminazione” è interpretata come la fine della divisione all’interno del sé e la scoperta simultanea di una prospettiva o di un modo di vedere globale, completo o libero dalla dualità. Coloro che hanno sperimentato questa prospettiva sostengono che la realizzazione definitiva è che non c’è differenza fra il mondo e Dio o l’Assoluto, fra il samsara ed il nirvana, fra il manifesto e il non-manifesto. Ma altri sostengono che, di fatto, la realizzazione definitiva è che il mondo in realtà non esiste per niente, che il mondo è solo un’illusione, senza alcun senso, significato o realtà. Nella tua esperienza, il mondo è reale? È irreale? È entrambi?
Eckhart Tolle: Anche quando interagisco con le persone o sto passeggiando in una città, sbrigando delle cose ordinarie, la maniera in cui percepisco il mondo è: piccole increspature sulla superficie dell’Essere. Al di sotto del mondo della percezione dei sensi e quello delI’attività mentale, c’è la vastità delI’Essere. C’è un’ampia spaziosità. C’è una vasta quiete e c’è una piccola attività, un’increspatura sulla superficie, che non è separata, proprio come le increspature non sono separate dall’oceano. Il modo in cui lo percepisco, è che non c’è separazione. Non c’è separazione fra l’Essere ed il mondo manifesto, fra il manifesto ed il non-manifesto. Ma il non-manifesto è tanto più vasto, più profondo e più grande di quello che accade nel manifesto. Qualsiasi fenomeno del manifesto ha una vita così breve e così fugace che, sì, si potrebbe quasi affermare che dal punto di vista del non-manifesto - I’Essere senza tempo o Presenza - tutto quello che avviene nel regno del manifesto in realtà sembra come un gioco d’ombre. Sembra come vapore o nebbia in cui nuove forme continuamente sorgono e scompaiono, sorgono e scompaiono. Così per chi è profondamente radicato nel non-manifesto, il manifesto può essere chiamato molto facilmente irreale. Io non lo chiamo irreale, perché non lo vedo separato.Andrew Cohen: É reale quindi?
Eckhart Tolle: Tutto ciò che è reale è l’essere stesso. La Coscienza è tutto quello che c’è. Pura Coscienza.
Andrew Cohen: Intendi che la definizione di “reale” sarebbe ciò che è libero da nascita e morte?
Eckhart Tolle: Sì, è cosi.
Andrew Cohen: Di conseguenza solo ciò che non è mai nato e che non può morire sarebbe reale. E dato che, secondo quello che dici, il mondo manifesto non è separato dal non-manifesto, alla fine uno dovrebbe dire che il mondo manifesto è reale.
Eckhart Tolle: Sì. Ed anche che dentro ogni forma che è soggetta a nascita e morte, c’è l’assenza di morte. L’essenza di ogni forma è l’assenza di morte. Perfino l’essenza di un filo d’erba è assenza di morte. Ed ecco perché il mondo delle forme è sacro. Non è che il regno del sacro sia esclusivamente l’Essere o il non-manifesto. Io vedo come sacro anche il mondo delle forme.
Andrew Cohen: Se qualcuno ti chiedesse semplicemente: “Il mondo è reale o irreale?”, risponderesti che è reale o dovresti specificare l’affermazione?
Eckhart Tolle: Probabilmente specificherei l’affermazione.
Andrew Cohen: Dicendo cosa?
Eckhart Tolle: Che è una manifestazione temporanea del reale.
Andrew Cohen: Se il mondo è una manifestazione temporanea del reale, qual è la relazione dell’illuminato con il mondo?
Eckhart Tolle: Per un non illuminato, il mondo è tutto quel che c’è. Non c’è nient’altro. Questo modo di essere della coscienza legata al tempo dipende, per la sua esistenza, dal passato e ha disperatamente bisogno del mondo per la sua felicità e soddisfazione. Di conseguenza per la coscienza non illuminata, il mondo contiene un’enorme promessa ed allo stesso tempo un’alta minaccia. Questo è il dilemma di una coscienza non illuminata, combattuta fra il cercare la realizzazione nel e attraverso il mondo, e sentirsi da quello stesso mondo, continuamente minacciata. Sperano di trovare se stessi nel mondo e nello stesso tempo sanno che il mondo li ucciderà. Questo è lo stato di continuo conflitto a cui è condannata la coscienza non illuminata, I’essere combattuta continuamente fra il desiderio e la paura. È un destino spaventoso.La coscienza illuminata è radicata nel non-manifesto ed essenzialmente è una con questo. Sa di essere quello. Si potrebbe quasi dire che è il non-manifesto che guarda fuori. Anche con una semplice cosa, come il percepire visivamente una forma - un fiore o un albero - se lo percepisci in uno stato di totale attenzione e di profonda quiete, libero dal passato e dal futuro, in quel momento c’è già il non-manifesto. In quel momento non sei più una persona. Il non-manifesto percepisce se stesso nelle forme. E, in quella percezione c’è sempre un senso di benessere.Allora ogni azione che si origina da quello ha una qualità completamente diversa dall’azione che invece si origina dalla coscienza non illuminata, che ha bisogno di qualcosa e cerca di proteggere se stessa. Qui è dove, realmente, compaiono quelle qualità intangibili e preziose che chiamiamo amore, gioia e pace. Esse sono un tutt’uno con il non-manifesto. Hanno origine da quello. Un essere umano che vive in connessione con questo e da questo agisce ed interagisce, diviene una benedizione sul pianeta. Mentre un essere umano non illuminato, è molto gravoso per il pianeta. C’è della pesantezza sulla coscienza non illuminata. E, il pianeta soffre per la presenza di milioni d’esseri umani non illuminati. Il carico sul pianeta è fin quasi troppo da reggere. Qualche volta ho come la sensazione che il pianeta dica: “Oh basta, per favore!”.
Andrew Cohen: Incoraggi le persone a meditare, quello che tu chiami “riposare nella Presenza dell’Adesso”, il più possibile. Credi che una pratica spirituale possa mai diventare veramente profonda ed avere il potere di liberazione a meno che uno non abbia già rinunciato al mondo, almeno fino ad un certo livello?
Eckhart Tolle: Non direi che la pratica in sé abbia il potere di liberare. È soltanto quando c’è una completa resa all’Adesso, a quello che è, che è possibile la liberazione. Non credo che una pratica possa portarti ad una completa resa. Una resa totale di solito avviene vivendo. La vita stessa è il terreno dove questo avviene. Può essere che ci sia una resa parziale e di conseguenza un’apertura, e poi puoi iniziare delle pratiche spirituali. Ma sia che la pratica spirituale abbia inizio ad un certo grado di comprensione o che la pratica spirituale avvenga di per sé, la pratica da sola non basterà.
Andrew Cohen: Qualcosa che ho potuto vedere nel mio stesso lavoro di insegnante, è che, a meno che non si sia visto il mondo fino ad un certo livello, ed a meno che non ci sia una volontà di lasciarlo andare, basata su ciò che si è visto, I’esperienza spirituale, non importa quanto sia forte, non ti porterà a nessun tipo di liberazione.
Eckhart Tolle: Sì, è vero, e la volontà di lasciar andare è l’arrendersi. La chiave resta questa. In sua assenza, non importa quanta pratica si è fatta o perfino quante esperienze spirituali si sono avute, non succederà.
Andrew Cohen: Sì, molte persone dicono di voler meditare o fare delle pratiche spirituali, ma le loro aspirazioni spirituali non sono fondate sulla volontà di lasciar andare niente di sostanziale.
Eckhart Tolle: No, in realtà può essere proprio l’opposto. La pratica spirituale può essere una maniera per cercare di trovare qualcosa di nuovo con cui identificarsi.
Andrew Cohen: Alla fine intenderesti dire che la vera pratica spirituale o la vera esperienza spirituale hanno il senso di condurci a lasciare andare il mondo, alla trascendenza del mondo, all’abbandono dell’attaccamento al mondo?
Eckhart Tolle: Sì. Qualche volta le persone chiedono: “Come si arriva a questo? Sembra meraviglioso, ma come si arriva a questo?”. In termini di concretezza, alla base, significa semplicemente dire “sì” a questo momento. Questo è lo stato dell’arrendersi: un “sì” totale a ciò che è. Non il “no” interiore a ciò che è. E il “sì” totale a ciò che è, è la trascendenza del mondo. È così semplice, una totale apertura a qualsiasi cosa si manifesti in questo momento. Lo stato usuale di coscienza è quello di resistere, di scappar via, di negare, di non guardare ciò che è.
Andrew Cohen: Quindi, quando dici: un “sì” a ciò che è, vuoi dire di non evitare niente e di affrontare ogni cosa?
Eckhart Tolle: Giusto. Il dare il benvenuto a questo momento, I’abbracciare questo momento, questo è lo stato dell’arrendersi. In verità è tutto quello che è necessario. La sola differenza fra un Maestro e un non Maestro, è che il Maestro abbraccia ciò che è, totalmente. Dal momento in cui non c’è resistenza a ciò che è, allora arriva la pace. Il portale è aperto, il non manifesto è presente. Questa è la via più potente. Non si può chiamarla pratica perché non coinvolge il tempo.Andrew Cohen: Secondo la maggior parte della gente coinvolta nell’esplosione spirituale dell’incontro tra est e ovest, che accade sempre più rapidamente in questo periodo, sia Gautama il Buddha sia Ramana Maharshi – uno dei Vedanta più rispettati dell’era moderna – emergono come esempi impareggiabili di illuminazione piena, e nonostante ciò, è interessante notare, a proposito della domanda sulla giusta relazione con il mondo dell’aspirante spirituale, che i loro insegnamenti divergono in modo sostanziale.
Il Buddha, colui che rinuncia al mondo, incoraggiava i più onesti a lasciare il mondo e a seguirlo in modo da vivere una vita santa, liberi dagli affanni e dalle preoccupazioni della vita familiare. Ramana Maharshi sconsigliò i suoi discepoli a lasciare la vita familiare per andare in cerca di una concentrazione spirituale più grande e più intensa. Infatti sconsigliò ogni atto esteriore di rinuncia e invece incoraggiò l’aspirante a guardarsi dentro e a trovare il motivo dell’ignoranza e della sofferenza al suo interno. Infatti molti, nel crescente numero dei suoi devoti, oggi dicono che il desiderio di rinuncia è in realtà un’espressione dell’ego, quella stessa parte del sé che intendiamo abbandonare se vogliamo essere liberi. Naturalmente il Buddha dette molta importanza alla necessità della rinuncia, del distacco, della diligenza e della limitazione come le stesse fondamenta su cui può sorgere un’introspezione liberatoria.
Perciò, perché pensi che le vie di questi due luminari spirituali divergano così tanto? Perché pensi che Buddha incoraggiasse i suoi discepoli a lasciare il mondo mentre Ramana Maharshi li incoraggiava a restarvi?
Eckhart Tolle: Non c’è soltanto una via. Epoche differenti hanno determinati approcci che possono essere efficaci per una certa epoca e non esserlo più per un’altra. Il mondo in cui viviamo ha in sé una densità molto maggiore, è molto più invadente. E quando dico mondo, includo in esso la mente umana. La mente umana è cresciuta dal tempo di Buddha, da 2500 anni fa. La mente umana è più rumorosa e più invadente ad un livello profondo e gli ego sono più sviluppati. In queste migliaia d’anni, c’è stata una crescita dell’ego che sta toccando un punto di follia, e l’estrema follia è stata raggiunta nel ventesimo secolo. Basta solo leggere la storia del ventesimo secolo per vedere il culmine della follia umana, se lo si misura in termini di violenza umana inflitta ad altri esseri umani.Così, nel mondo d’oggi, non possiamo più evitare il mondo, non possiamo neppure più evitare la mente. Abbiamo bisogno di entrare nella resa mentre siamo nel mondo. Questo sembra essere il cammino effettivo nel mondo in cui adesso viviamo. Può darsi che al tempo di Buddha ritirarsi fosse molto, ma molto più facile di quello che potrebbe essere ora. A quel tempo, la mente umana non era ancora così opprimente.Andrew Cohen: Ma il motivo per cui il Buddha predicava di intraprendere una vita senza dimora, fu perché sentiva che quella domestica era piena di preoccupazioni, attenzioni e interessi, e che, in quel contesto, sarebbe stato difficile fare ciò che era necessario per vivere una vita santa. Quindi, riguardo a ciò che affermi sul rumore e sulla distrazione del mondo, questo era esattamente quello che lui intendeva ed il perché lui stesso ha condotto una vita senza dimora, incoraggiando anche gli altri a fare lo stesso.
Eckhart Tolle: Bene, avrà avuto le sue ragioni, ma, in definitiva, noi non sappiamo perché Buddha pose l’enfasi sul lasciare il mondo invece di dire, come ha detto Ramana Maharshi: “Fallo nel mondo”. Mi sembra, però, da quanto ho osservato, che la via più efficace ora per le persone sia quella d’arrendersi nel mondo, invece di tentare di distaccarsene, creando una struttura che renda più facile l’arrendersi. C’è già una contraddizione in questo perché stai creando una struttura per rendere più facile la resa. Perché non arrendersi ora? Non avete bisogno di creare qualcosa che renda più facile la resa, perché in questo caso non è più un vero arrendersi. Sono stato nei monasteri buddisti, e posso vedere come sia facile lasciare il nome ed adottarne uno nuovo, rasarsi la testa ed indossare tuniche.
Andrew Cohen: Vuoi dire che è stato lasciato un mondo per un altro. Un’identificazione è stata abbandonata per lasciar posto ad un’altra; un ruolo è caduto e ne è stato assunto un altro. Niente è stato realmente abbandonato.
Eckhart Tolle: Giusto. Perciò, fallo dove sei, proprio qui, proprio adesso. Non c’è bisogno di cercare qualche altro posto o qualche altra condizione o situazione e poi farlo lì. Fallo proprio qui e ora. Dovunque tu sia è il posto per arrendersi. Qualsiasi sia la situazione in cui sei, puoi dire “si” a ciò che è, e questa è poi la base per tutte le azioni che seguono.
Andrew Cohen: Ci sono oggi molti insegnanti e altrettanti insegnamenti che spiegano come il desiderio stesso di rinunciare al mondo sia un’espressione dell’ego. Qual è la tua visione?
Eckhart Tolle: Il desiderio di rinunciare al mondo è ancora una volta il desiderio di raggiungere un certo stato che, ora, non hai. C’è una proiezione mentale di uno stato desiderabile da raggiungere: lo stato di rinuncia. È una ricerca di sé nel futuro. In questo senso è ego. La vera rinuncia non è il desiderio di rinunciare, ma si manifesta come una resa. Non puoi avere il desiderio di arrenderti perché quello stesso desiderio è non-resa. Qualche volta l’arrendersi sorge spontaneamente in persone che non hanno neppure il termine per definirlo. E so che, ora, in molte persone, c’è già I’apertura. Tante persone che vengono da me, hanno una vasta apertura, che qualche volta richiede soltanto poche parole per provocare un assaggio, un barlume della resa, che può non essere duratura, ma l’apertura è presente.
Andrew Cohen: Cosa ne pensi del richiamo spontaneo del cuore a lasciare tutto ciò che è falso ed illusorio, tutto ciò che è basato sulla relazione materialistica dell’ego verso la vita? Per esempio, quando il Buddha decise: “Devo lasciare la mia casa” – sarebbe probabilmente difficile dire che fu un desiderio egoistico, osservando i risultati. E Gesù disse: “Vieni e seguimi. Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti”.
Eckhart Tolle: Questo è riconoscere il falso come falso, che è principalmente qualcosa di interiore – riconoscere le false identificazioni, riconoscere il rumore mentale, e vedere la falsità di quella che è stata l’identificazione con immagini mentali come l’entità di un “me”. Questo riconoscere è stupendo. Poi l’azione può sorgere dal riconoscimento del falso, forse puoi vedere il falso riflesso nelle circostanze della tua vita e puoi allora lasciartelo alle spalle – oppure no. Il riconoscere e l’abbandonare tutto ciò che è falso e illusorio è prima di tutto un processo interiore.
Andrew Cohen: Questi due tipi, il Buddha e Gesù, sarebbero esempi di potenti manifestazioni esteriori di quel riconoscimento interiore.
Eckhart Tolle: Giusto. Non c’è modo di prevedere ciò che accadrà come conseguenza di quel riconoscimento interiore. Nel caso del Buddha, ovviamente, accadde perché era già adulto quando all’improvviso realizzò che gli esseri umani muoiono, si ammalano ed invecchiano. Questa presa di coscienza fu così potente che si guardò dentro e affermò che niente ha significato se quello è tutto ciò che esiste.
Andrew Cohen: Poi, però, dovette lasciare, abbandonare il regno. Da un certo punto di vista avrebbe potuto dire: “Tutto è qui ora, e ciò che devo fare è arrendermi senza condizioni qui e ora”. Quindi credo che il risultato avrebbe potuto essere completamente diverso, magari avrebbe potuto essere un re illuminato!
Eckhart Tolle: Ma, a quel punto non sapeva che tutto ciò che era necessario fare era arrendersi.Andrew Cohen: Tuttavia, quando Gesù invitò i pescatori a lasciare le loro famiglie e il loro tipo di vita per seguirlo e, in modo simile, quando il Buddha passava di città in città e invitava gli uomini a lasciare ogni cosa, il loro arrendersi si dimostrò nella partenza vera e propria, nel dire “si” a Gesù o al Buddha e abbandonare i loro affetti mondani. Ovviamente ci sarebbero stati anche i loro affetti interiori da abbandonare. In questi casi, il lasciar andare non era solo una metafora per la trascendenza interiore; significava anche, letteralmente, lasciar andare tutto.
Eckhart Tolle: Per alcuni è parte del cammino. Possono lasciare i loro posti abituali o le attività, ma ciò che cambia è chiedersi se hanno già visto dentro loro stessi il falso. Se non l’hanno visto, il lasciar andare sul piano esteriore sarebbe una forma mascherata di ricerca di sé.
Andrew Cohen: Con la mia ultima domanda vorrei chiederti a proposito della relazione tra la tua comprensione dell’illuminazione, o l’esperienza di consapevolezza non duale, e l’impegno col mondo.Nel Giudaismo, l’impegnarsi completamente nel mondo e nella vita umana è visto come l’esaudirsi della chiamata religiosa. Dicono, infatti, che è solo vivendo totalmente i comandamenti che il potenziale spirituale della razza umana può manifestarsi sulla terra. Lo studioso ebraico David Ariel scrive: “Noi concludiamo il lavoro della creazione…Dio ha ancora bisogno del nostro aiuto perché solo noi possiamo perfezionare il mondo”.Molti insegnamenti illuminati, o non duali, come il tuo, enfatizzano l’illuminazione dell’individuo. La trascendenza del mondo sembra essere la cosa importante. I nostri fratelli ebrei sembra ci invitino a qualcosa di molto diverso – la spiritualizzazione del mondo attraverso la partecipazione totale e devota dell’uomo e della donna nel mondo. É vero che gli insegnamenti riguardanti l’illuminazione non duale privano il mondo della nostra totale partecipazione nei suoi confronti? È la nozione stessa di trascendenza che depriva il mondo dalla realizzazione del nostro potenziale di renderlo spirito in quanto figli di Dio?
Eckhart Tolle: No, perché la giusta azione può scaturire solo da tale stato di trascendenza del mondo. Ogni altra attività è indotta dall’ego, e perfino il fare del bene, se indotto dall’ego, avrà delle conseguenze karmiche. ”Indotta dall’ego” significa che c’è un motivo conseguente. Per esempio, se il sentirti più spirituale migliora la tua propria immagine; o un altro esempio sarebbe attendersi una ricompensa futura in un’altra vita o in paradiso. Perciò se ci sono motivazioni conseguenti, non è pura. Se non c’è stata la trascendenza del mondo, nelle tue azioni non può fluire il vero amore, perché non sei connesso con il regno dal quale sorge l’amore.
Andrew Cohen: Intendi dire un’azione pura, non macchiata dall’ego?
Eckhart Tolle: Sì, in ordine d’importanza. Prima viene la realizzazione e la liberazione, poi da queste lasci fluire l’azione – e sarà pura, immacolata, priva di karma. Altrimenti, non importa quanto siano elevati i tuoi ideali, rafforzeranno l’ego attraverso le buone azioni. Sfortunamente, non puoi soddisfare i comandamenti a meno che tu sia senza ego – e molto pochi lo sono – come hanno scoperto tutti quelli che hanno cercato di praticare gli insegnamenti di Cristo. “Ama il prossimo tuo come te stesso” è uno degli insegnamenti più importanti di Gesù, e non puoi seguire quel comandamento, non importa quanto ci provi, se non sai chi sei al livello più profondo. Ama il tuo prossimo come te stesso significa che il tuo prossimo sei tu, e quel riconoscimento di unità è amore.

mercoledì 1 giugno 2011

Poems (of the past)

Sinfonia



Ti cerco Ti cerco fra fiori di pesco

Fra labili sere Gorgogli di luna

E dopo Cadere Tornare ( Mordersi dentro )

Che dolce tormento Che breve chiarore


Dove? Laggiù E’ la luna che brilla negli occhi

Tuoi Dolci Parlami ancora Ancora

Ti voglio vedere così Tutta la notte

Parlare Parlare Ti tocco ? Ti bacio ?

E dopo Cadere Tornare ( Mordersi dentro )

Che dolce tormento Che breve chiarore


Labbra che muovo piano Sento

Che dolce tormento Ancora ?

Ma dove conduci ? Riluce la pioggia di maggio

Di qua saltando Correndo Fino che piova

Pioverà? Io spero che piova tutto il meriggio

Le nubi s’accalcano piene e nere

Il vento che spazza le strade è amico

Un urlo Un lamento Che sibila piano

Corrono Corri La pioggia batte!

Suona la musica del cielo!

Io spero che piova tutto il meriggio

E dopo Cadere Tornare (Mordersi dentro)

Che dolce tormento Che breve chiarore.

Genova, 16/19/1991

Bellissimo BLOG di ricette vegetariane e vegan

http://www.ricetteveg.com/

Vi segnalo questo bellissimo blog con tante ricette!!!
Visitatelo!
Un abbraccio a tutti
Satyam

giovedì 12 maggio 2011

Freedom

La libertà senza consapevolezza è solo un concetto, una delle tante idee, uno dei tanti pensieri "presi in prestito" durante il sonno della nostra mente.
Semplicemente poichè non vi è scelta senza essere vigili, consapevoli e nel presente.
E queste tre condizioni sono rarissime nella nostra vita.
Questo sognifica che gran parte delle nostre cosiddette AZIONI non sono che INCONSAPEVOLI risultati del condizionamento costante che arriva dall'esterno del nostro Essere.
Le nostre azioni sono inconsapevoli o come dicono gli scienziati della psicologia, inconscie.
Quindi quale libertà può esservi in queste azioni?
L'unico modo che conosco per essere vigile, consapevole e nel presente è quello di rimanere centrato sul mio Essere interiore: trovare una pace ed un rilassamento tale da far smettere l'incessante brusio dei pensieri compulsivi della mente, centrarsi nel proprio corpo e lasciare i sensi aperti ad ogni stimolo esterno: ESSERE TESTIMONI DELLO SPAZIO CHE SI CREA QUIEORA, IL MOMENTO PRESENTE, senza giudizio, solo osservare...
Forse questo si può chiamare MEDITAZIONE: La medicina che può curare l'essere umano da molti problemi e soprattutto lo può rendere davvero libero!
Be free with yourself, hereandnow in this present, your interiour space, the real reality!
Satyam

Il ricercatore del Vero

domenica 3 aprile 2011

Neo sannyasin



Questo è il testo delle parole che si ascoltano e sotto la traduzione:

Love is you.
Remember one thing, that each of my sannyasin carries something of me, each of my sannyasin becomes a part of me, phisically and spiritually in every possible way.
My sannyasin are not believers, my sannyasins are in a love affair. It is a mad phenomena. So wherever my sannyasins meet, my presence will be felt. Whenever my sannyasins will celebrate my message is relayed, because celebration is my message.
Live life, seek, dance and dance so totally that your ego melts in it, dance so totally that the dancer is no more there, but only the dance, then you will find whoever you are.
Rejoice!

Traduzione:
Tu sei amore.
Ricorda una cosa, che ognuno dei miei sannyasin porta con sè qualcosa di me, ognuno dei miei sannyasin diventa una parte di me, fisicamente e spiritualmente, in ogni modo possibile.
I miei sannyasin non sono credenti, i miei sannyasin sono in una storia d'amore. E' un fenomeno folle. Così ovunque i miei sannyasin si incontreranno sentiranno la mia presenza. Ogni volta che i miei sannyasin celebreranno, il mio messaggio sarà trasmesso, perchè la celebrazione è il mio messaggio.
Vivi la vita, ricerca, danza e danza così totalmente che il tuo ego si sciolga nella danza, danza così totalmente fino a che il danzatore scomparirà e rimarrà solo la danza, solo così troverai chi sei veramente.
Gioisci!!!

mercoledì 2 marzo 2011

Una domanda per "Striscia la Notizia"



Sono anni ormai che a quell'ora in cui canale 5 trasmette striscia la notizia quasi sempre la tv è accesa. Anche se ultimamente comincio ad avere una repulsione quali "fisica" della tv, per evitare scontri famigliari durante il consumo della cena mi trovo anche oggi spesso a guardare questa trasmissione.
Ultimamente sono spesso presente i servizi riguardo al maltrattamento di animali.
Mi trovo daccordo con il mettere al corrente l'opinione pubblica di personaggi che trattano in modo veramente assurdo animali per incuria e spesso ignoranza, ma quasi sempre traspare da queste persone quel senso di "onnipotenza umana" che autorizza in qualche modo a produrre lager di animali, spesso inutili e improduttivi.
Quello che però è sempre presente nei servizi e dico SEMPRE e che i poveri animaletti trattati male sono sempre gli stessi: quelli cari all'ipocrisia comune imperante: IL CAGNOLINO, I GATTINI, IL CAVALLINO MAGRO E INFANGATO...SOLO OGNI TANTO SPUNTA QUALCHE ANUMALE MENO "VIP" COME QUALCHE CAPRA O ADDIRITURA (FORSE SI E' TRATTATO DI UN ERRORE)ALCUNI MAIALI: COME MAI???
Come mai non si parla mai dei VERI LAGER DI ANIMALI cioè degli allevamenti intensivi?
Esistono forse varie CATEGORIE di ANIMALI?
1) ANIMALI DI SERIE B: quelli da trucidare in maniere incredibilmente "inumane" facendoli soffrire le pene dell'inferno dantesco, anzi neppure Dante Alighieri con la sua enorme fantasia potrebbe immaginare quali sofferenze sono inflitte a queste creature, per poi tritarli e farne hamburger o altro E SOPRATTUTTO NELL'INDIFFERENZA DI TUTTI. Alzi qualcuno sicuramente penserà: certo è giusto così , questi animali SONO NATI PER QUESTO, sono esseri inferiori e si meritano tutto questo perchè noi esseri umani lsiamo la specie dominante ed abbiamo il diritto di distruggere tutto il resto per il nostro piacere.

2) ANIMALI DI SERIE A: Cagnolini, gattini, insomma gli animali da conpagnia...di razza o non, piccoli o grandi pelosi o rasati , di mille e più colori, scodinzolanti che ci guardano con occhi innamorati...CHI NON LI AMA?
CAVALLI E ASINELLI: che intelligenti e simpatici non è vero? Invece i Tori e le vacche sono meno intelligenti e simpatici? Avete mai guardato l'incredibile bellezza di un toro, la forza che sprizza da tutti i pori??? I maiali vogliamo parlarne: sapete che sono intelligenti quanto o più di un cane e l'odorato di un maiale supera di gran lunga quello del più raffinato cane da tartufi?
E i DELFINI e le BALENE? Che belli e simpatici, giocherelloni del mare! e che profondità esiste nel canto delle balene proveniente dagli abissi? E GLI ALTRI PESCI? Solo carne da macello!
Lo sapete che molto probabilmente nella scatoletta di tonno che mangiate una piccola parte è formata sicuramente da delfini? Credete che i macchinari che tritano la carne facciano differenza?
Non voglio dilungarmi ma mi sembra chiaro. Un chiaro esempio della grande ipocrisia umana.
Che nella sua punta di diamante tocca il massimo: nella finzione della TV:
Toccare le coscienze su quello che "economicamente conviene" va bene: il mercato della schiavitù degli animali va bene basta che siano "da compagnia", ma parlare dei LAGER degli allevamenti intensivi NO, perchè i finanziatori delle TV sono specialmente chi fa pubblicità e quanta pubblicità di cibo vedete sulla tv? Provate a fare un calcolo di quanta pubblicità del cibo in tv riguarda carne? Provate ad essere più consapevoli di quanto ci "rifilano" dentro la mente i grandi comunicatori della pubblicità!
Cari autori di Striscia la notizia perchè non parlate anche della VERITA' degli animali di serie B? Siete veramente un telegiornale in cui la verità giornalistica è più importante del business oppure ci prendete in giro come tutti gli altri e parlate solo di quello che "l'opinione pubblica vuole per fare audience" ?????
So che nessuno mai mi risponderà mala domenda intanto ve la giro.

Io addiritura darei un consiglio a tutti: perchè non spegnete più spesso la tv e non leggete un libro, anche in famiglia come fosse un gioco! Oppure giocate coi vostri figli, ne saranno entusiasti più della tv! Oppure perchè non uscire a fare una passeggiata coi vicini di casa e parlare di qualsiasi argomento?
Oppure perchè non sedersi in silenzio e guardare l'abisso dentro di noi che si riempe improvvisamente di luce quando "io" non esiste più?

Genova 02/03/2011
Satyam Alessandro Orlandi

Inviato via mail a: gabibbo@mediaset.it

Se niente importa...



Allego bellissimo articolo di Michela Tessariol a riguardo:
Se niente importa, non c’è niente da salvare. Questa considerazione offre a Jonathan Safran Foer lo spunto per una riflessione sull’industria dell’alimentazione e in particolare sulla produzione di carne. Una vicenda del tutto personale, quale la nascita del suo primo figlio, ha spinto lo scrittore a svolgere un’accurata indagine sugli allevamenti intensivi. Desideroso di conoscere il cibo che sarebbe finito nel piatto del suo bambino, consapevole che un’alimentazione sana è fondamentale per la buona salute, J.S. Foer ha dedicato tre anni di ricerche al mondo dell’allevamento industriale, tre anni in cui ha visto un continuo susseguirsi di scene raccapriccianti. Il risultato di queste ricerche non è un trattato scientifico, ma un libro in cui lo scrittore, con la schiettezza e il taglio narrativo che gli sono propri, ci racconta delle storie.

Sono storie di animali privi di storia, costretti a vite prive di vita, esistenze cancellate, trattati come fossero ingranaggi di un orologio da costruire. Se qualcosa si danneggia non ha importanza, se si rompe, economicamente è più conveniente gettarlo via che ripararlo. Nessun animale viene “riparato” (curato) negli allevamenti intensivi. Mai. Un pezzo di ricambio è sempre pronto all’uso. Non esistono singole vite negli allevamenti intensivi, e neppure vite di gruppo. Esiste solo il profitto.

Sono storie di polli e di tacchini, stipati in spazi grandi quanto un foglio A4. Non hanno spazio per muoversi né vedono mai la luce del sole. Il loro cibo consiste in mangimi addizionati con farmaci, i loro corpi vengono gonfiati con ormoni della crescita e imbottiti di antibiotici. La riproduzione di questi animali avviene in tutti i casi attraverso l’inseminazione artificiale, il cibo e la luce saranno loro somministrati in modo controllato per aumentare la produttività. Oggi i polli da carne arrivano alla macellazione dopo meno di 40 giorni dalla nascita, affetti da ogni tipo di deformità, infezioni, malattie respiratorie.
Un trattamento simile è riservato ai maiali, con amputazione senza anestesia di coda e denti a spillo nei piccoli, gabbie anguste, una mortalità nei maialini prima dello svezzamento che raggiunge una percentuale del quindici per cento.
L’autore si sofferma spesso a raccontare anche le crudeltà inflitte ai pesci, animali che sentiamo più distanti, ma che per questo non soffrono di meno.

Con le storie di questi animali, con le loro esistenze disprezzate e gettate via, J.S. Foer ci spinge a riflettere su due fronti. La prima domanda è ovvia: è lecito consumare ogni giorno un simile massacro solo per il gusto di mangiare carne? La seconda è meno immediata: quali conseguenze avranno tali forme di allevamento, in cui poco peso viene dato all’igiene e l’uso di antibiotici di ogni tipo è dilagante, sulla salute nostra, dei nostri figli, e sull’ambiente che ci circonda? Perché, è risaputo, l’allevamento intensivo è anche una delle maggiori cause di inquinamento. Negli Stati Uniti sono molte le battaglie legali intentate contro gli allevamenti industriali di maiali, ma ciò non spaventa le grandi aziende, per le quali pagare multe per aver inquinato è meno costoso che rinunciare all’intero sistema di allevamento intensivo. Un sistema solido, e ormai quasi esclusivo. Pochi sono gli allevamenti sani che sopravvivono alla dura legge del profitto. Sono allevamenti di modeste dimensioni, pochi ranch che continuano a campare grazie al coraggio e alla testardaggine di pochi allevatori. Allevamenti in cui gli animali vengono trattati come tali fino alla fine della loro vita. Se dobbiamo mangiarli, allora dimostriamo loro un minimo di riconoscenza. Sappiamo che toglieremo loro la vita, lasciamogli un minimo di dignità.

J.S. Foer non vuole farci diventare tutti vegetariani. Se non vogliamo essere vegetariani, cerchiamo di essere degli onnivori selettivi. E’ molto difficile, ma non impossibile. Il suo libro non è un manifesto del vegetarianismo, lui stesso lo ribadisce più volte, ma vuole essere un incoraggiamento a pensare di più, ad informarci, a capire per poter scegliere. Perché l’indifferenza nata dalla disinformazione e dal disinteresse è la peggiore malattia. D’altronde, se niente importa, non c’è niente da salvare.
fonte del post:
http://www.ilgrimaldello.com/2010/04/se-niente-importa/

martedì 1 marzo 2011

Bambini vegetariani sani



Fonte del post: http://www.armoniaservice.coop/articolo/art20149.htm

È possibile crescere bambini vegetariani sani

Nella loro posizione sulle diete vegetariane l'American Dietetic Association sostiene: "Diete vegane e latto-ovo-vegetariane ben pianificate sono appropriate per tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusi gravidanza e allattamento. Diete vegane e latto-ovo-vegetariane appropriatamente pianificate soddisfano i fabbisogni nutrizionali degli infanti, dei bambini, degli adolescenti e promuovono uno sviluppo normale".Posso già sentire i miei detrattori dire: "Sì, ma loro dicono appropriatamente pianificate, e ciò non è affatto facile!". Io dissento, e lo stesso fanno migliaia di genitori vegetariani e vegani in tutto il mondo. In effetti, una delle cose più difficili riguardo al crescere figli vegetariani non è quello di fornire pasti nutrienti, ma di aver a che fare con la mancanza di supporto e le domande, i commenti e le critiche di amici mal-informati, famiglie, dottori e altre persone connesse alla cura del bambino. Fornire una dieta ben bilanciata per i bambini è qualcosa che molti genitori provano già a fare. Con le diete senza carne (e nel caso dei vegani, senza uova e latticini) è lo stesso gioco; solo che i pezzi del gioco sono diversi. Quindici minuti su internet sveleranno non solo tutte le informazioni nutrizionali di cui un genitore vegetariano possa mai aver avuto bisogno, ma anche tabelle con menù completi per bambini in crescita.

Le proteine sembrano sempre essere la prima preoccupazione a saltar fuori. Nel mercato di cibi naturali oggi germogliante i genitori possono trovare deliziosi e salutari sostituti della carne per tutto, dai bocconcini di pollo agli hamburgers. Sono convenienti, specialmente nelle famiglie che prendano in considerazione il passaggio ad una dieta vegetariana con bambini più grandi che sono abituati a mangiare carne. Sebbene molte famiglie vegetariane si affidano a questi cibi utili, altre si trovano meglio nel mangiare cibi integrali più semplici come il tofu, le lenticchie e i ceci per le proteine e il ferro. Pensate che i bambini non mangeranno questi cibi? Ripensateci! Ai bambini piace ciò che imparano ad apprezzare. In altre parole, famiglie i cui bambini mangiano questi cibi dal principio, hanno figli che li considerano normale parte della dieta.

In effetti, alcuni prodotti che erano considerati "cibi salutari" non molto tempo fa ora sono diventati di uso comune per tutti. Ad esempio il latte di soia. Se ne possono trovare diverse marche sugli scaffali dei negozi di alimentari proprio vicino ai brick del latte di mucca. Anche i non-vegetariani lo bevono. Offre un'alternativa gustosa ricca di calcio e vitamina D per quelli che non assumono derivati del latte, ed è un modo perfetto per introdurre la soia nella vostra dieta. Ci sono anche bevande arricchite di riso e mandorle facilmente reperibili oggi. E non dimenticate che i bambini possono acquisire grandi quantità di calcio dalle mandorle, dai broccoli, dalle verdure a foglia verde, e dai succhi d'arancia arricchiti, solo per nominarne alcuni.

I cibi arricchiti forniscono nutrienti per quasi tutti i bambini. I cereali per la colazione arricchiti sono una scelta tipicamente americana che piace tanto ai bambini quanto ai genitori. Le famiglie vegane possono pensare di includerne un tipo arricchito con vitamina B-12, un nutriente che si trova solo nei cibi animali. (I bambini latto-ovo-vegetariani prendono la loro B-12 dalle uova e dai latticini). Aha! È questo nutriente a provare che gli umani sono fatti per mangiare una dieta a base animale? Difficilmente. La B-12 è prodotta dai batteri, ecco perché ce n'è così tanta nei prodotti animali. I supplementi e i cibi arricchiti, come cereali e alcuni sostituti della carne, sono fonti del tutto affidabili di B-12 per le famiglie vegane. Molti cereali inoltre contengono anche ferro, un altro nutriente che preoccupa molto i nutrizionisti. In verità, i bambini vegetariani non hanno più probabilità di un'anemia da mancanza di ferro rispetto ai non-vegetariani.
Così forse sarete convinti che può essere salutare crescere bambini vegetariani, ma ancora non penserete che può essere una cosa facile da fare. Cosa può aspettarsi un genitore da un figlio che vada ad un compleanno, per esempio, dove verrà offerta la torta e il gelato? Cosa fare quando c'è la giornata della pizza a scuola? Devo ammettere che queste ipotesi hanno causato alcune preoccupazioni nei genitori vegetariani dovunque. Ciò che abbiamo imparato è che si comincia insegnando ai bambini cosa sia il vegetarianesimo quando sono molto giovani. Si dice loro la verità riguardo ai cibi salutari e da dove viene il cibo animale. Si impara a preparare a casa cibi salutari e succulenti, e se ne ha un esempio ogniqualvolta noi stessi ci imbattiamo in una festa non vegetariana. È un lungo, lento processo in cui si passano i propri modi di vita ai nostri bambini, e non è differente dall'instillare, per esempio, i valori spirituali che sono importanti per la vostra famiglia.

Molti genitori vegetariani ammettono che verrà un giorno in cui dovrete lasciar correre e lasciare che siano i bambini a decidere. Alcuni lo fanno molto prima di altri. Ogni famiglia ha regole differenti su come trattare situazioni differenti, e ognuno di noi fa ciò che funziona per sé. Qualsiasi cosa alla fine decidano di mangiare i nostri figli -se diventino capaci di volare come vegetariani per sempre o finiscano per seguire la marea della cultura comune- noi li alleviamo in modo vegetariano sicuri nel sapere che gli stiamo fornendo ciò che c'è di meglio per cominciare.

Noi ignoriamo le informazioni nutrizionali ormai obsolete che ci vengono svendute dalle lobby del latte e della carne e che ci dicono che i bambini devono mangiare la carne e bere il latte per essere sani. Noi sappiamo di più. In tutta la nazione gli Americani si stanno concentrando sulla frutta e sulle verdure, mangiando meno carne, aggiungendo la soia alle loro diete e limitando i grassi. Non dovremmo fare lo stesso per i nostri figli?

17-01-2007 di Melanie Wilson
fonte del post: http://www.armoniaservice.coop/articolo/art20149.htm

venerdì 11 febbraio 2011

Once in the lifetime





Talking Heads - Once in the lifetime:

And you may find yourself living in a shotgun shack
And you may find yourself in another part of the world
And you may find yourself behind the wheel of a large automobile
And you may find yourself in a beautiful house, with a beautiful
wife
And you may ask yourself-Well...How did I get here?

Letting the days go by/let the water hold me down
Letting the days go by/water flowing underground
Into the blue again/after the money's gone
Once in a lifetime/water flowing underground.

And you may ask yourself
How do I work this?
And you may ask yourself
Where is that large automobile?
And you may tell yourself
This is not my beautiful house!
And you may tell yourself
This is not my beautiful wife!

Letting the days go by/let the water hold me down
Letting the days go by/water flowing underground
Into the blue again/after the money's gone
Once in a lifetime/water flowing underground.

Same as it ever was...Same as it ever was...Same as it ever was...
Same as it ever was...Same as it ever was...Same as it ever was...
Same as it ever was...Same as it ever was...

Water dissolving...and water removing
There is water at the bottom of the ocean
Carry the water at the bottom of the ocean
Remove the water at the bottom of the ocean!

Letting the days go by/let the water hold me down
Letting the days go by/water flowing underground
Into the blue again/in the silent water
Under the rocks and stones/there is water underground.

Letting the days go by/let the water hold me down
Letting the days go by/water flowing underground
Into the blue again/after the money's gone
Once in a lifetime/water flowing underground.

And you may ask yourself
What is that beautiful house?
And you may ask yourself
Where does that highway go?
And you may ask yourself
Am I right?...Am I wrong?
And you may tell yourself
MY GOD!...WHAT HAVE I DONE?

Letting the days go by/let the water hold me down
Letting the days go by/water flowing underground
Into the blue again/in the silent water
Under the rocks and stones/there is water underground.

Letting the days go by/let the water hold me down
Letting the days go by/water flowing underground
Into the blue again/after the money's gone
Once in a lifetime/water flowing underground.

Same as it ever was...Same as it ever was...Same as it ever was...
Same as it ever was...Same as it ever was...Same as it ever was...
Same as it ever was...Same as it ever was...

Traduzione:
potresti ritrovarti a vivere in una capanna che ti da riparo
e potresti ritrovarti nell'altra parte del mondo
e potresti ritrovarti dietro il volante di una enorme automobile
e potresti ritrovarti in una bella casa, con una bella moglie
e potresti chiedere a te stesso: "beh, come sono arrivato a tutto questo?"

lasciando che passino i giorni, fa che l'acqua mi tenga fermo
lasciando che passino i giorni, l'acqua scorrerà sotto terra
di nuovo nella miseria, dopo che i soldi sono finiti
per una volta nella vita, l'acqua sta scorrendo sotto terra

e potresti chiederti: come ne verrò fuori?
e potresti chiederti: dov'è quell'enorme automobile?
e potresti dire a te stesso: questa non è la mia bella casa!
e potresti dire a te stesso: questa non è la mia bella moglie!

lasciando che passino i giorni, fa che l'acqua mi tenga fermo
lasciando che passino i giorni, l'acqua scorrerà sotto terra
di nuovo nella miseria, dopo che i soldi sono finiti
per una volta nella vita, l'acqua sta scorrendo sotto terra

è tutto uguale a come è sempre stato...

l'acqua dissolve e rimuove
c'era dell'acqua sul fondo dell'oceano
portiamo dell'acqua sul fondo dell'oceano
rimuoviamo l'acqua dal fondo dell'oceano!

lasciando che passino i giorni, fa che l'acqua mi tenga fermo
lasciando che passino i giorni, l'acqua scorrerà sotto terra
di nuovo nella miseria, dopo che i soldi sono finiti
per una volta nella vita, l'acqua sta scorrendo sotto terra (2)

e potresti chiederti: cos'è quella bella casa?
e potresti chiederti: dove porta l'autostrada?
e potresti chiederti: ho ragione? ho torto?
e potresti dire a te stesso: Mio Dio! cos'ho fatto?!

lasciando che passino i giorni, fa che l'acqua mi tenga fermo
lasciando che passino i giorni, l'acqua scorrerà sotto terra
di nuovo nella miseria, dopo che i soldi sono finiti
per una volta nella vita, l'acqua sta scorrendo sotto terra

lasciando che passino i giorni, fa che l'acqua mi tenga fermo
lasciando che passino i giorni, l'acqua scorrerà sotto terra
di nuovo nella miseria, nell'acqua silenziosa
sotto le rocce e le pietre, c'è dell'acqua sotto terra

lasciando che passino i giorni, fa che l'acqua mi tenga fermo
lasciando che passino i giorni, l'acqua scorrerà sotto terra
di nuovo nella miseria, dopo che i soldi sono finiti
per una volta nella vita, l'acqua sta scorrendo sotto terra

è tutto uguale a come è sempre stato...

mercoledì 19 gennaio 2011

Ad aprile dal 14 al 17 a Riccione l' Osho Festival


Non perdetevi questo fantastico evento a Riccione dal 14 al 17 APRILE 2011:

Visitate il sito per info:
http://www.oshoba.it/festival/index.html

venerdì 14 gennaio 2011

Perchè vegetariani?




Perché vegetariani di Parama Karuna:


Motivi ambientali, economici, sociali


Il massiccio consumo di carne e alimenti non vegetariani richiede l'utilizzo di terreni sempre più estesi per la coltivazione dei foraggi o per il pascolo del bestiame. Il pascolo intensivo, non consociato con altre coltivazioni o piantagioni perenni (alberi ecc.) impoverisce velocemente il terreno: lo strato superficiale di humus viene lavato via dalla pioggia o soffiato via dal vento perché non ci sono le radici profonde delle altre piante a trattenerlo, e non viene rimpiazzato perché non ci sono foglie o altre parti caduche delle piante a decomporsi nel terreno. Ben presto i pascoli diventano sterili, e quando la terra è sterile e senza alberi, le nuvole passano più facilmente oltre, e vanno a scaricare la pioggia su zone ricche di boschi.

Questo è precisamente ciò che accade ogni anno nella foresta pluviale dell'Amazzonia, dove centinaia di specie scompaiono per sempre proprio a causa dell'abbattimento degli alberi e della distruzione di un complesso ecosistema, eliminati per far posto ai "pascoli per hamburger".

Il consumo di risorse alimentari pregiate come soia, grano, mais, arachidi, e di altre risorse, come acqua, concimi, lavoro di uomini e macchinari con il conseguente consumo di carburanti ecc., energie usate per l'allevamento, il trasporto, la macellazione e la preparazione della carne -- oltre all'inquinamento che ne deriva direttamente e indirettamente -- per la produzione di un chilo di carne è da 10 a 35 volte superiore alla quantità di risorse necessarie per produrre un chilo di proteine vegetali ad alto valore biologico (come la soia, ad esempio). Ne consegue che il principale responsabile della fame nel mondo è proprio il consumo di carne da parte del 20% della popolazione mondiale, che divora le risorse dell'80% dell'intero pianeta.

Come fa dunque l'industria della carne a tenersi a galla? In che modo riesce a mantenere i costi abbordabili dal pubblico? Con i contributi dello Stato, della Comunità Europea, con i finanziamenti speciali: grazie alle tasse che pagano i cittadini. Il costo della carne non è quello che vedete scritto sul listino del macellaio: c'è un prezzo nascosto, che nessuno vi dice, ma che esce dalle vostre tasche comunque sono forma di tasse di vario genere che pagate allo Stato.

Gli allevamenti intensivi rappresentano una delle maggiori cause di inquinamento del pianeta sia dal punto di vista delle acque che dal punto di vista degli scarichi a terra. Il disastro delle alghe nell'Adriatico, e della morte per soffocamento dei fiumi e dei laghi, per eccesso di fosfati che causano una proliferazione eccessiva di alghe, che tolgono l'ossigeno all'acqua: ecco alcuni di risultati degli scarichi degli allevamenti di maiali e bovini da macello.

I migliori appezzamenti di terreno e i migliori raccolti di cereali e legumi dei Paesi in via di sviluppo prendono la via dei grandi allevamenti intensivi occidentali. Infatti nel cosiddetto "terzo mondo" i costi sono ancora abbastanza bassi da permettere dei margini agli allevatori. Non importa se poi quello che resta non è sufficiente per il consumo diretto degli abitanti del paese produttore. Questo provoca ovviamente un forte disagio nelle popolazioni di questi paesi, che sfocia spesso in disordini e in guerre. Massacri, emigrazione di massa, degrado sociale e culturale, terrorismo, delinquenza.... sono collegati anche se indirettamente con la produzione di ciò che mangiamo.

Un altro problema sociale collegato con il consumo di carne e alimenti non vegetariani è la condizione di disagio psico-fisico provocata da una dieta sbagliata, da un eccesso di tossine nel corpo, dall'adrenalina "estranea" introdotta con la carne degli animali macellati, come hanno dimostrato parecchi studi sul comportamento alimentare dei giovani "difficili".


Motivi igienico-medici

Il contenuto nutritivo della carne è scarso: circa il 70% di acqua, il 10-20% di proteine complesse e quindi più laboriose da digerire e utilizzare, 10% o più di grassi saturi e colesterolo, niente amidi o zuccheri (le sostanze che di solito l'organismo usa per produrre energia). Pochi sali minerali, poche vitamine, niente fibre alimentari. In compenso, molti residui di pesticidi, insetticidi, scorie di lavorazione, concimi chimici, metalli pesanti e altre sostanze inquinanti (che l'organismo animale accumula sia dal cibo che dall'ambiente), oltre ai medicinali (antibiotici, tranquillanti, ormoni, sostanze anemizzanti usate per ottenere una carne "bella bianca" in vitelli e volatili) normalmente aggiunti al foraggio, e alle tossine prodotte dall'organismo stesso degli animali in condizioni di stress e di sofferenza. Un discorso a parte merita l'adrenalina non smaltita dall'animale al momento della morte, e che resta nei tessuti, passando direttamente nell'organismo di chi mangia la carne: l'adrenalina, una delle più potenti endorfine prodotte dagli organismi viventi, è una sostanza neurotrasmettitrice che stimola l'aggressività. Come gli esseri umani, gli animali producono oltre all'adrenalina numerosi altri neurotrasmettitori che inducono le "sensazioni" di sofferenza, disperazione, alienazione e così via.

Ma torniamo alle proteine. Il nostro organismo non è in grado di assimilare e utilizzare le proteine così come sono, ma deve scomporle in aminoacidi essenziali; in questo processo vengono liberate delle tossine e delle sostanze di scarto. Le proteine animali sono più complesse di quelle vegetali, e quindi più difficili da utilizzare. La gamma di aminoacidi essenziali contenuti nella carne si trova anche nelle proteine della soia, delle arachidi e persino dell'ortica individualmente, e in moltissimi altri alimenti vegetali in consociazione tra loro (cereali e legumi, oppure cereali e noci consumati insieme). Il "mito delle proteine" è ormai stato demolito dalla scienza moderna: per un adulto di peso medio sono sufficienti 50 gr. di proteine al giorno, ottenibili in modo completo e facile in un'alimentazione vegetariana varia ed equilibrata.

Comunque, anche se il contenuto nutritivo della carne potesse giustificare un suo consumo regolare, vale la pena di analizzare le differenze fondamentali tra l'organismo degli animali carnivori e quello degli esseri umani. Ricordiamo che le popolazioni tradizionalmente vegetariane sono sempre state le più longeve e le più sane (come gli Hunza del Kashmir), mentre quelle tradizionalmente carnivore (come gli Esquimesi) hanno una vita media molto breve.

1) L'intestino umano è molto più lungo di quello dei carnivori. Un intestino corto permette alle feci contenenti i residui della carne di essere espulsi velocemente, prima che vadano in putrefazione e compromettano la funzionalità e l'integrità dell'organo. Questo è il motivo per cui nei paesi dove si consuma più carne ci sono più casi di cancro all'intestino, coliti, diverticoliti e cc. Inoltre, la mancanza di fibre alimentari nella carne causa sempre stitichezza, con i soliti problemi collegati.

2) L'acido cloridrico prodotto dallo stomaco umano è inferiore come quantità (di 20 volte) rispetto a quello prodotto dallo stomaco di un carnivoro. L'acido cloridrico serve a "sciogliere" i tessuti della carne e a disfarla, altrimenti non potrebbe essere digerita affatto. Un essere umano che mangia carne tende istintivamente ad accompagnarla con alimenti (alcolici, eccesso di zuccheri e carboidrati raffinati) che creano un ambiente estremamente acido nello stomaco. Il problema è che è troppo acido, per il nostro stomaco: da qui ulcere, cattiva digestione e tutti i problemi collegati.

3) Altre caratteristiche anatomiche importanti distinguono l'uomo (e altri animali vegetariani) dagli animali carnivori: il fatto che i carnivori sudano attraverso la lingua e non attraverso la pelle (non hanno pori), il fatto che i carnivori possiedono canini molto più sviluppati e "progettati" per uccidere e sbranare, mentre gli esseri umani -- come altri animali vegetariani a preferenza frugivora -- hanno grossi molari piatti per schiacciare e macinare frutta, semi e altri cibi vegetali. Inoltre i carnivori hanno una saliva acida e mancano completamente dell'enzima che serve invece a digerire i cereali (ptialina), e ghiandole salivari molto più piccole delle nostre. Infine, la presenza di artigli e la capacità di vedere meglio di notte permettono ai predatori di cacciare meglio. L'uomo non è in grado, anatomicamente e fisiologicamente, di predare e mangiare animali più grossi dei topi. Se vogliamo introdurre la "civilizzazione" come argomento a sostegno delle capacità umane nella caccia, ricordiamo che la cosiddetta "civilizzazione" ci permette anche di ignorare completamente i nostri istinti naturali (i bambini piccoli di solito fanno sempre storie quando viene loro propinata la carne per la prima volta, e nessuno sente l'acquolina in bocca vedendo per strada un gatto morto), fino a farci assumere sostanze estremamente dannose per il nostro organismo (come certe droghe e sostanze psicotrope). Questa stessa "civilizzazione" permette di dar da mangiare a mucche e pecore (animali notoriamente erbivori) scarti della macellazione di altri animali ... naturalmente in questo modo si ottengono a lungo andare dei danni genetici, come la famosa encefalite spongiforme, detta "il morbo delle vacche pazze" che distrugge il sistema nervoso e può essere trasmessa anche all'uomo attraverso il consumo della carne dell'animale malato.

4) L'organismo degli animali carnivori sintetizza vitamine che l'essere umano non può sintetizzare, e viceversa. Lo sapevate che i gatti vengono uccisi dalla vitamina C? Un vegetariano può trovare tutto il ferro, le vitamine del gruppo B e le altre sostanze necessarie alla salute in moltissimi alimenti vegetariani, specialmente in quelli integrali. La denutrizione e la malnutrizione non sono caratteristiche dell'alimentazione vegetariana, bensì di una dieta che non comprende neppure gli ingredienti vegetali necessari alla salute. Ci sono molte persone anche obese, che consumano carne e altre sostanze non vegetariane, gravemente sofferenti di carenze alimentari poiché non assumono una quantità sufficiente di frutta e verdura fresca...


Motivi etici, filosofici, religiosi

La violenza inutile perpetrata sui deboli e sugli indifesi porta chi la compie a soffocare in sé il rispetto verso la vita, la sensibilità e la compassione, il senso della misura, il senso della giustizia. Le terribili condizioni di vita e di morte imposte oggi a milioni di animali "da macello" (segregazione, riproduzione artificiale, modificazioni genetiche, allevamenti intensivi, mattatoi) ricordano dolorosamente quelle dei lager nazisti, e non hanno nessuna vera necessità tranne quella del profitto per gli allevatori: perciò rappresentano per i vegetariani "etici" un vero e proprio crimine.

Tutte le grandi religioni consigliano all'uomo di non nutrirsi di morte. Tra i cristiani di oggi gli Avventisti, il movimento cattolico antispecista e tutti quei gruppi che cercano di tornare al cristianesimo delle origini (Vita Universale ecc.); tra gli ebrei numerosi maestri tra cui Pinchas Peli, come spiega esaurientemente la Jewish Vegetarian Society; e naturalmente i buddhisti, i jainisti e infine gli induisti, che sono vegetariani da millenni e che rappresentano la maggioranza dei vegetariani etici sul pianeta. Tanto che negli ultimi venti anni i vari movimenti filoinduisti hanno diffuso notevolmente il vegetarianesimo etico in occidente. Ma anche molti filosofi di ieri e di oggi (che non seguivano una particolare religione) si sono schierati dalla parte dei vegetariani.

Citiamo solo alcuni tra i vegetariani più illustri: Buddha, Clemente di Alessandria, Diogene, Edison, Einstein, Franklin, Gandhi, Kafka, Leonardo da Vinci, Lutero, Ovidio, Origene, Pitagora, Platone, Plotino, Plutarco, Schopenhauer, Seneca, Shaw, Shelley, Socrate, Thoreau, Tolstoy, Voltaire. Anche nel mondo contemporaneo la lista dei personaggi famosi che si sono dichiarati apertamente vegetariani è molto lunga, e comprende sia attori e attrici che musicisti, atleti, uomini politici, scrittori e intellettuali, eccetera.


Motivi edonistici

Sì: essere vegetariani è molto più piacevole che mangiare carne. Spesso i detrattori dell'alimentazione vegetariana parlano di "rinuncia", "divieti", "limitazioni", ma in realtà è possibile godere della vita soltanto quando si è sani, ed è possibile gustare veramente i sapori quando le nostre papille gustative e il nostro olfatto non sono ottusi da sostanze innaturali e dannose per la nostra salute. I cibi dal sapore gradito non mancano affatto nel regno vegetale, anzi, la maggior parte dei sapori caratteristici di carne, pesce e uova possono essere ricreati facilmente, con grande precisione, con alimenti completamente vegetariani. Provate a cuocere in forno delle patate alle erbe aromatiche (salvia, rosmarino, alloro, timo), un cucchiaio di salsa di soia, un cucchiaio di sesamo tritato e margarina vegetale: chi entrerà in casa vostra sarà convintissimo che stiate cucinando del pollo arrosto! La serie dei cosiddetti "sostituti" è quasi infinita: ma perché chiamarli sostituti? Il loro sapore, la loro consistenza, il loro valore nutritivo è fine a sé stesso, e risultano gradevoli anche a coloro che non hanno mai assaggiato la loro "controparte" non vegetariana... semplicemente non gliene evocano il ricordo! Non soltanto: mentre i vegetali sono capaci di interpretare la parte normalmente affidata agli alimenti non vegetariani, non si può dire che gli alimenti non vegetariani possano sostituire decentemente gli alimenti vegetali...

Gli alimenti vegetali sono fonte di gioia e soddisfazione in ogni fase della loro preparazione: dalla coltivazione alla raccolta, al trasporto, all'acquisto, alla pulizia, alla cottura, al consumo... i colori, i profumi, le sensazioni tattili sono invitanti e piacevoli. Certamente non si può dire la stessa cosa degli alimenti non vegetariani...
(Parama Karuna)
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