martedì 7 novembre 2017

Siamo sempre troppo occupati



Siamo sempre troppo occupati

Quante volte ci siamo visti scappare via un’occasione che dovevamo prendere al volo? E quante volte non riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi e neppure a pianificare il nostro operato perdendoci nell’urgenza?
Troppe volte.
Sembra di facile soluzione, ma non è proprio così. Viviamo nel mondo della super produttività e del multitasking e fermarsi per scrivere una lista di priorità e rispettarla diventa sempre più difficile, ma non facendolo spesso potremmo perderci quel 20% di attività che producono l’80% del nostro risultato, qualsiasi esso sia.
Proprio come nel disegno qui sopra dovremmo ogni tanto fermarci e lavorare sulle “cose importanti” che sembrano meno urgenti ma che dopo ci faranno guadagnare un sacco di tempo e fare meno fatica: cosa succede se mettiamo le ruote rotonde e non quelle quadrate?
Ci hanno abituato con una vita di condizionamenti che “il vero uomo” è colui che fatica e produce senza sosta e senza mai fermarsi: uno con le palle! Lui non si ferma mai a pensare: “come potrei modificare il mio operato per migliorare la mia efficienza?” , oppure “chi potrebbe aiutarmi delegando parte del mio lavoro e della mia responsabilità?”.
Un modo per mettere le ruote rotonde è anche imparare ad ascoltare se stessi, il proprio intuito, quella forma di intelligenza altamente creativa che NON lavora mai a comando ma sembra arrivare a noi da non so dove ma che comunque arriva! Come? Con il rilassamento e non sempre con la concentrazione anche se le due cose non sono necessariamente antagoniste.
Se assimiliamo questo concetto e lo riportiamo nella nostra vita si potrebbe anche allargarlo ripensando a tutte le azioni che svolgiamo ogni giorno praticamente in modo “autonomo” ovvero senza consapevolezza. Siamo sicuri che tutto quello che stiamo facendo è di nostro gradimento? Stiamo dando il massimo di noi stessi oppure neanche la parvenza? Abbiamo realmente scelto noi la nostra vita o “ci è stata costruita intorno” da qualcun altro?
Sono domande fondamentali che ognuno di noi potrebbe analizzare semplicemente mettendosi in meditazione con la domanda stessa, senza alcuno stress di arrivare ad una risposta e lasciando che la mente divaghi da sola fino a spegnersi...troverete strano scoprire che la risposta a volte arriva proprio in quel momento ed è talmente ovvia! Si chiama intuizione, questa sconosciuta!
La base di ogni innovazione, di ogni scoperta o del suo inizio, di ogni visione che va oltre il normale pensiero e ci fa evolvere in qualcosa di meglio...insomma la base per ogni inizio.
A noi la scelta: possiamo continuare a fare trasporti con le ruote quadrate faticando tantissimo oppure fermarci un attimo e dare retta a quel pazzo che ci sta facendo vedere quelle strane cose rotonde...a voi la scelta.
Alessandro Orlandi


We are always too busy

How many times did we get away with an opportunity we had to take on the fly? And how often do we fail to achieve our goals and even plan our work by losing our urgency?
Too many times.
It seems to be an easy solution, but that's not right. We live in the world of super productivity and multitasking and stop to write a list of priorities and respect it becomes increasingly difficult but failing to do so often we could lose that 20% of activities that produce 80% of our result, whatever it is.
Just as in the drawing above we should occasionally stop and work on the "important things" that seem less urgent, but after that they will make a lot of time and make less effort: what if we put round wheels rather than square ones?
They have become accustomed to a life of conditioning that "the real man" is the one who struggles and produces without stopping and never stopping: one with the balls! He never stops thinking, "how could I change my job to improve my efficiency?" Or "who could help me by delegating part of my job and my responsibility?"
One way to put round wheels is also to learn to listen to oneself, their intuition, that highly creative form of intelligence that never works on the command but seems to come to us from not knowing where but still arriving! As? With relaxation and not always with concentration even though the two things are not necessarily antagonistic.
If we assimilate this concept and report it in our lives it could also extend it by thinking back to all the actions we do every day virtually in an "autonomous" way or without awareness. Are we sure that all we are doing is ours? Are we giving the best of ourselves or not even the semblance? Did we really choose our life or "have we been built around" by someone else?
They are fundamental questions that each of us could analyze simply by meditating on the question itself, without any stress to arrive at a response and letting the mind break out on its own until it goes out ... you will find strange to find that the answer sometimes comes right at that time and it is so obvious! It's called intuition, this stranger!
The basis of every innovation, every discovery or beginning of every vision that goes beyond normal thinking and makes us evolve into something better ... in short, the basis for every beginning.
We have the choice: we can continue to transport with the square wheels with a lot of effort or stop for a moment and give the crazy one who is seeing those strange round things ... to you the choice.
Alessandro Orlandi

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